Nella vita di un Soprano freelance, come me, non si ha a che fare solamente con altri cantanti, con cui devi sempre instaurare un rapporto di serena amicizia e di consapevole competizione…
In realtà il parco “umani musicali” è variegato, vario e avariato a volte!
Per la serie il pubblico non lo sa ma noi si, beh, dovete sapere che ogni strumentista ha la sua personalità, e la sua caratteristica e anche la sua nomea: i contrabbassisti sono fighi per natura, i violinisti sempre un po’ snob, i violisti sono anime pie, e poi i direttori d’orchestra non ne parlo per decoro professionale, poi i tenori, beh, insomma, ormai lo sapete!
Preferisci ascoltare il podcast? Eccolo qui, letto da me:
Quando ti trovi a dover duettare con qualche strumento, in effetti, nella mia esperienza, gli unici da cui ti devi un po’ guardare, quelli che per loro natura tendono sempre a rivaleggiare con te (soprattutto sei una voce molto acuta) sono i trombettisti, i “pepperepe”, quelli che ti suonano nelle orecchie a tutto gas!

Sarà questa aura dal giorno del giudizio o per il fatto che al suono delle trombe guerriere ogni eroe viene incitato alla battaglia.
Sarà perché nell’ambito musicale loro si sentono i corpi speciali dell’esercito orchestrale, sarà quello che vi pare, ma viene spontaneo che sentendo il suono di “pepperepe”, tutti si sta in guardia dritti sull’attenti.

E poi ti guardano con aria soddisfatta, tutti rossi in viso e sfiatati, pronti a inforcare nuovamente il loro bocchino per dimostrare cosa possono fare i polmoni di un essere umano!!

E ci credo che si autoesaltano!
E, a questo proposito, le battute e le freddure (inter musicisti) sulla strana personalità dei trombettisti non sono poche… ne cito alcune tanto per rispettare i “dietro le quinte”:
Cosa può essere più alta della nota di un ottavino? L’ego del trombettista!
Perché un gorilla non può suonare la tromba? Perché è troppo sensibile!
La stretta di mano del suonatore di tromba? “Ciao, io sono meglio di te”!
E poi l’immancabile battuta che troneggia sempre, a doppio senso, ormai di dominio popolare, adattabile ad ogni strumentista di sesso femminile legato al concetto della tromba. Infatti, che sia accompagni ad un siffatto personaggio, viene sempre fuori questa frase: “lei suona il pianoforte, e lui la tromba”.

Ma spostiamoci dall’ambito solo strumentale, che noi questa musica senza parole, parliamo del rapporto tra la voce e la tromba. Una vera battaglia!
Nella gara con le voci quello più sfigato è il basso.
Nella mia vita di soprano free lance ho notato il piacere sadico che J. S. Bach prova nell’accostare le povere voci gravi dei bassi allo squillo acuto del suono della tromba! Lì sì che la battaglia è ardua, poveretti! A Haendel, invece, piace “Tromba versus Tenore”, i contralti manco si mettono e neppure mezzi soprani, quelli al massimo vengono fatti gareggiare con un flautino o con un oboe.
In effetti, la sfida più accesa, più agguerrita, più all’ultimo sangue la tromba ce l’ha con il soprano! Ed ecco che entrano in campo il trombettista e il soprano, si guadano, comincia il tenzone, via!
Adesso, basta darsi tutte queste arie, solo perché soffiate dentro ad un bocchino??
Vuoi provare tu a far suonare uno strumento che non vedi e che cambia tutti i giorni e che non puoi mettere in custodia, perché la custodia sei tu?

Eh, già perché sin dai tempi del caro vecchio Farinelli, il grande cantante castrato della musica barocca, amatissimo e pagatissimo (beato lui), le gare tra voce e tromba erano all’ordine del giorno. Il tutto nel mood voyeuristico del chi arriva più in alto??
Ma che vi importa? Questa mania degli acuti!!
La domanda, a gara finita, poi, resta sempre quella: a che è servito? E’ più importante stupire o affascinare?

Si sa, che l’uomo si lascia ingannare spesso dalle apparenze, rinunciando alla logica del sentire.
Comunque, per fortuna vi dirò, a me non è mai successo di imbattermi in trombettisti egopatici, in siffatti personaggi.
Ho incontrato tutti colleghi gentili e sorridenti, e con piacere saluto Gabriele e Domenico, colleghi di tanti bei concerti fatti assieme qua e là per l’Italia.
Eh, sì, perché, al vostro Soprano preferito freelance è capitato anche questo: una lunga serie di concerti in cui ho dovuto far fronte al suono squillante e argentino della tromba!!!
Che fatica!

E, a questo punto, come non citare Jauchzet Gott Allen Landen? La cantata BWV 51 di J. S. Bach che eseguii molte volte per accompagnare alcuni strumentisti nei loro diplomi di musica barocca, già in Conservatorio?

E gli altrettanto numerosi concerti/esibizioni intitolati (tutti per comodità) SI SUONI LA TROMBA in compagnia del caro Alessandro Scarlatti, classe 1660, e le sue sette arie per tromba e soprano? Oh, una più trombeggiante dell’altra!

E, poi, come non parlare poi del caro vecchio Melani, che si chiamava Alessandro pure lui, classe 1639 che scrisse due cantate per tromba e soprano che a farle ci vuole la bombola ossigeno dietro la schiena??? All’armi!!!

Eh già, quando ti trovi a fare un concerto con la tromba e vedi tutto nero, non sei depresso, non ti manca la Fiesta da mangiare a merenda! No!
Sono le migliaia di note al secondo che devi fare quando gareggi con il suono della tromba, tranne quando si esegue l’adagio del caro Händel, Georg Friedrich, con il suo Eternal source of ligts divine, che ho cantato nei concerti e poi (riciclandolo) ai matrimoni delle mie amiche.
Vi dirò che è ottimo fare la cantante, non pensi al regalo e tutti sono contenti.

Uno dei concerti più belli legati al suono della tromba in realtà racconta di un’altra storia.
La storia un incontro meraviglioso che ebbi con una colonna di marmo.
Sì, la colonna del Tempio di Apollo, custodita nella chiesa di San Pietro ad Alba Fucens, vicino ad Avezzano.
Mi recai lì per il FestivAlba il 22 luglio del 2017.
Arrivata in quel luogo affascinante disperso nelle soleggiate solitudini delle campagne abruzzesi, mi venne indicata immediatamente dal sorridente e disponibile Massimo, organizzatore del festival, la presenza in quella chiesa di questa antichissima colonna che aveva visto passare secoli e secoli, vite su vite, nel cerchio della storia che sempre porta il Bene e la Luce alla Vittoria.

Che fortuna essere un soprano free lance e poter incontrare non solo persone, ma anche oggetti speciali che varcano i cancelli del tempo.
Ricordo che i miei colleghi erano andati a cercare qualcosa da mangiare ed io rimasi sola ad attenderli.

Quando entrai all’interno della chiesa, l’assordante rumore delle cicale, intente a rinfrescarsi dal caldo oppressivo di quella giornata estiva, si attutì immediatamente. Un placido silenzio mi avvolse e all’interno della struttura feci risuonare la mia voce, solitaria e piena come è mia abitudine, quasi a presentarmi e salutare con rispetto quel luogo, quelle pietre che avevano visto cento e cento stagioni.
Giunta davanti alla colonna, non potei far altro che immaginarla accanto alle sue sorelle, a reggere con orgoglio la struttura del tempio dedicato al dio del sole, al dio dell’arte al dio della musica.

Quando sfiorai, poi, con timorosa reverenza quella pietra millenaria scolpita con soddisfazione da chissà quali mani, da chissà quale artigiano che portava chissà quale nome, il freddo mi percorse tutto il corpo.
Ero talmente emozionata di trovarmi a tu per tu con la mia adorata cultura classica che ebbi un moto appassionato di possesso.

Nessuno lo sa, ma, nella solitudine di quel luogo, abbracciai quello stelo di pietra come fosse un fratello, come fosse un amico ritrovato, e percepii con grande forza tutta l’energia che l’umana capacità ha di rinnovarsi, di vivere, di sopravvivere, nonostante ciclicamente l’oscurità invada il pianeta, facendo piombare l’uomo nelle condizioni più aberranti e lontane dalla sua natura divina.

Pensai ad Apollo, all’arte, al nostro compito tra la gente, alla tromba a riempire quel luogo di suono e bellezza per il concerto imminente.
Ero talmente euforica che l’esibizione fu un successo.
La battaglia con la tromba ci vide entrambi vincitori di un caloroso ed entusiasta applauso del pubblico presente.

E tanto fu gradito che replicammo il programma anche al Festival Barattelli, alla 71esima edizione, nel purpureo auditorium del parco dell’Aquila, un luogo meraviglioso costruito dal grande architetto Renzo Piano.

E oggi? Oggi non gareggio più con le trombe, ma serbo un bellissimo ricordo di quel frizzante vagare nelle alte note della musica, di quel dorato luccichio del metallo che brillava accanto a me.
Ed alla tromba e al dio Apollo sono legate per me le terre d’Abruzzo, per via di questo segreto e amoroso abbraccio, che adesso tanto segreto non è più.
Alla prossima
PS Le mie amiche hanno avuto la stessa musica che è stata eseguita per l’ingresso della sposa al matrimonio del principe Harry d’Inghilterra con Meghan Markle, che dire? Fortunelle!!!
PS 2 Ringrazio RomaBarocca e il Maestro Lorenzo Tozzi per i bei concerti fatti assieme.
