Nella mia vita di Soprano freelance mi è capitato molte volte di andare a sostenere delle audizioni.

Cosa sono le audizioni, direte voi?

Beh, per dirla in buona fede, sono dei luoghi dove tu vai e canti davanti a una giuria di esperti che giudicano se vali o no, in base a dei parametri che vanno dal loro gusto personale a …di chi sei amico.

Audizione a Parigi Alessandra Borin

In quelle occasioni, oltre a spenderci un sacco di soldi tra viaggio, albergo e studio profuso, ti ricongiungi improvvisamente con il divino e inizi a pregare tutti i santi del Paradiso perché ti piacerebbe tantissimo cantare quello che loro ti propongono e anche riprenderci un poco di soldi che hai speso fino a quel momento.

Preferisci ascoltare il podcast? Eccolo qui, letto da me:

Ma andiamo alla nostra avventura di Vita da Soprano, che inizia con la solita telefonata.

Ciao Ale, c’è un’audizione con un’opera contemporanea in italiano; è poco pubblicizzata, ma me l’ha detto il mio agente, che cosa dici? Provi?

Ah, ok… e dov’è?

Parigi.

A Parigi? Eh, insomma mica dietro l’angolo… però un’opera contemporanea mi stuzzica. Su cosa la fanno?

Giordano Bruno

Giordano Bruno?

Giordano Bruno statua

Sentivo già il crepitio del fuoco sotto i miei piedi e la gloria del pathos artistico dei temi musicali, la grandiosità delle scene, l’altezza del tema, l’argomento trattato!

Ah! Stavo già sognando! Il richiamo dell’arte e della cultura fu irresistibile. Lo sentii… da dentro il mio cuore sgorgò un silente ed entusiasta: sì!

Frena, frena, con questo entusiasmo, chi conosco a Parigi??? Mica so miliardaria!

Chiamo un paio di amici implorando un posto letto e un tetto sulla testa: la fortuna mi arride, trovo alla prima telefonata.

Mais, oui, Alessandra, tu peux venir chez moi.

Emmenomale!!!  E quindi? Quindi parto all’avventura!!

Il treno notte Venezia – Parigi cominciò lentamente il suo viaggio in una fredda notte invernale, ero felice, sentivo mia quell’audizione! Per fortuna che quando dormo, io dormo e dormo, e quindi mi sono addormentata in Veneto e mi sono risvegliata a Paris.

Come per magia ero in un altro mondo, riposata, felice e piena di speranze.

Il giorno seguente con il mio perfetto francese mi recai al Théatre du Châtelet dove si teneva l’audizione.

Théatre du Châtelet

Appena varcata l’entrata artisti, che solo ad entrarci ti fa sentire un artista, vidi molte francesine con occhio torvo che mi scrutavano dalla testa ai piedi. Che gelo! Mah, vabbè, una normalità, perché le audizioni sono come colloqui di lavoro: uno in più è una possibilità in meno per tutti.

Comunque, iniziai l’audizione con gioia, sentivo lo spirito e l’elevatezza del tema trattato già albergare nelle mie corde vocali. Ovviamente ero la prima, mannaggia alla B del mio cognome! E così alle 9.00 entrai nella sala grande vidi la commissione di francesi che mi scrutava con occhio torvo.

Prima prova: lettura di un brano in italiano. Portai uno scritto di Giordano Bruno. Francesi, uno a zero per me, io so leggere in italiano.

Prova due: cantare un’aria d’opera in italiano. Francesi, due a zero per me. Portai il mio cavallo di battaglia con recitativo!

Prova tre: una lettura a prima vista e me la cavai bene, e poi in un colloquio. Un colloquio? E, questi, che vogliono sapere?  

In piedi davanti al tavolo della commissione, il regista, un tizio biondo riccioluto con in mano il mio curriculum vitae, mi guarda e mi dice:

Madame, alors, vous êtes italienne…??

Sì, sono italiana, non leggi il nome?  

J’ai lu que vous chantez pour l’église… vous avez des problèmes avec la religion?

Ma che domanda è? Mica siamo nel Cinquecento! A me basta cantare e prendere i soldi, e poi… mica canto in chiesa quella dietro casa tua. Io canto a San Marco!!! C’hai presente le tre cupolone a Venezia? Ma che pensi? Che sono n’infiltrata dell’inquisizione?

Mais non – risposi con il tono più mansueto della storia dell’umanità – je n’ai pas de problèmes avec la religion

Seguì un minuto di lunghissimo silenzio in cui iniziai a scrutare bene il rubicondo regista e i suoi capelli unticci; ma guarda ‘sto qua, ho capito, è in silenzio perché me vuole fare le scarpe perché c’ha n’amica sua da piazzare, sono sicura!

Ad un certo punto iniziò a parlare nuovamente.

Mmm, alors madame… vous chanteriez nue?

In quel momento un brivido di gelo mi percorse tutta la schiena mi sentii intorcolare le budella e mi salì la nausea, in un flash mi immaginai al centro della scena col sedere completamente di fuori con davanti il pubblico e con dietro tutti i macchinisti che mi guardavano il c***… ma che schifo! Cantare nuda? Ma, ma, nel teatro ci sono tante cose belle, e veli, pittura corpo, luci… ma nuda, nuda?

Oui, madame, nue!

Beh, No, no, no!

Vidi la piega sinistra della bocca del regista arricciarsi verso l’alto con un ghigno tronfio e gongolante, no! Avevo perso!

Mi guardò e disse :

Madame vous avez vu que vous êtes italienne et avec problèmes avec la religion?

E prendendo la matita sul tavolo e con un rumore assordante, depennò il mio nome dalla lista!  

Se foste stati lì, avreste visto una pazza al telefono gesticolare in mezzo alle vie di Parigi. Oh, Luca, mi hai mandato a fare questa audizione… questi mi hanno chiesto di cantare nuda e ho risposto di no! Ma che razza di gente eh?

“Ma, no, Alessandra che cavolata! Dovevi rispondergli di sì, firmare il contratto! Poi c’è anche il supplemento nudo del 30% nel cachet, ti hanno fregata”!

Ma come il 30% nel cachet? Ma io non sapevo ‘ste cose… il 30%??? Sono soldi… ma che schifo, e comunque non ci canto nuda! Ma che razza di roba è?

In quel momento mi resi conto che non sapevo dove fossi, un’angoscia m’assalì… ero sola all’estero, mi hanno buttato fuori dall’audizione, un fallimento totale! E poi macchine che sfrecciano a destra e a sinistra, strade immense, case, volti sconosciuti. Sono, sola, sola!!! Sola? A Parigi? Ma che figata!

Alessandra Borin a Parigi

Ma chissenefrega dell’audizione!! C’ho il treno tra cinque giorni, il mio amico Frédéric mi ospita senza problemi, ma sai che ti dico mo’ mi faccio una vacanza alla faccia del regista francese guardone!

la Gioconda

Credete che sia finita qui? Ah, ah, eh no! Mò viene il bello!!  Mi dirigo baldanzosa verso il Louvre!

Arc de Triomphe

Che meraviglia già alla terza sala mi ero ubriacata di bellezza, colori, arte, storia! Ero nella mia dimensione perfetta, finché nella sala delle statue greche, noto che un tizio mi sorride, io lo guardo, lui mi guarda e sala dopo sala lui mi guarda io lo guardo, finché s’è presentato!

Il baldo giovane si chiamava Adrian ed era un ricco moro ereditiero argentino che aveva deciso di farsi regalare dal paparino un giro in Europa di tre mesi (li mortacci sua) prima di iniziare a lavorare nell’azienda di famiglia!

Veduta di Parigi

Un ragazzo molto simpatico e siccome entrambi volevamo visitare a Parigi ci siamo dati appuntamento anche il giorno dopo e quello dopo ancora, e siamo andati a Montmartre che è proprio come nei quadri con le bottegucce e la chiesa bianca e la giostra con tutti cavalli colorati, che panorama da lassù!

Notre Dame Parigi

E poi e abbiamo visitato Notre-Dame e, siccome eravamo quasi a Natale, c’era già l’albero con le luci azzurre tutte sfavillanti.

Tour Eiffel

E poi su, in alto sulla Torre Eiffel e il Moulin Rouge, la Sainte-Chapelle.

Moulin Rouge

Arrivati all’arco di Trionfo e a Place de la Bastille…

ancora mi ricordo l’occhio sornione della statua di Beaumachais che mi guardava mentre mi slurpavo l’ennesimo macaron alla nocciola.

dolci francesi

Alla sera poi tornavo dal mio amico Frédéric e dal suo compagno e dal cane fantastico che avevano, Edea!

Ho trascorso delle serate bellissime con i suoi amici, esplorando la città di sera e andando nei ristoranti tipici, ho assaggiato la raclette nel ristorante savoiardo dove informaggiavano e incioccolatavano qualsiasi cosa, e poi m’hanno portato nel regno delle salse, lui, Chez Prosper che ha guadagnato il primato della golosità con un dolce alto 25 centimetri di crema, meringa, cioccolato fondente caldo che si chiamava Le caprice de Madame Prosper che ci ho messo mezz’ora a mangiarlo!

 

mangiare a Parigi

Arrivata all’ultima sera, con gli occhi imbevuti di arte gonfia di croissant baguette, felice, delle giornate da vera bohèmienne e di nuovi manco più mi ricordavo del regista guardone e del perché c’ero arrivata a Parigi e pascendomi del panorama con la Tour Eiffel tutta luminosa e luccicante in lontananza guardai il cielo scuro, e ringraziai l’universo e pensai, Parigi, val bene un’audizione!

audizione a Parigi

Alla Prossima!

Ps: nell’ultima foto io e il mio amico Frederich, valente cantante nonché persona gentile e generosa.

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