Nella vita di un soprano freelance, come me, senza agenzie che ti procurano il lavoro o intrighi vari, scrivere sull’agenda la data di un concerto è una grande conquista!

Ovviamente la vittoria non ha sempre lo stesso sapore perché ogni concerto ha una strada unica che porta alla sua realizzazione.

Preferisci ascoltare il podcast? Eccolo qui, letto da me:

Ricordo bene come un segreto, intimo trionfo, mi abbia invasa appena avuta la conferma di un concerto a Trapani programmato per il 26 luglio del 2020, un’occasione che inseguivo da anni con un sacco di telefonate e di mail. Proprio in questo strano anno in cui tutto sembrava impossibile e che non si facesse nulla!

Un cerchio si chiude, mi sono detta, è proprio il Destino!

la-collana-della-nonna-alessandra-borin-01

A Trapani, meravigliosa falce di terra bianca che sorveglia l’incontro tra due mari ha origine la mia famiglia per parte materna!

È una città in cui affondano le radici i giorni felici della mia infanzia, e i ricordi soprattutto i ricordi di mia nonna! 

trapani lungomare

Ah, mia nonna, amava la musica enormemente e soprattutto l’opera.

Quando in casa hanno appurato che cantavo instancabilmente tutto il giorno, mia madre urlava “Basta, che mi buchi le orecchie!!!”, lei non ha battuto ciglio cominciando ad incoraggiarmi e convincendo mia madre a pagarmi le prime lezioni di canto.

nonna alessandra borin

Ah, Mia nonna che tipetta originale, aveva nella mente un mondo tutto suo, mi parlava con quelle parole un po’ antiche che solo i nonni pronunciano ancora.

Ascoltandola, nella mia fantasia di bambina tornavo indietro nel tempo, ai viaggi in vaporiera verso l’Africa e alle miniere d’oro poi rubate dagli inglesi, i bombardamenti della guerra e ai ricevimenti della buona società proprio come quelli descritti nel Gattopardo con i ventagli e i vestiti di stoffe preziose.

La signora Giuseppa, mia nonna, era una signora minuta, era nata lo stesso anno della Rivoluzione d’Ottobre.

Nonna di Alessandra Borin da piccola

Arzilla, frizzante e imparò subito ad usare il cellulare che lei stessa definiva un oggetto straordinario.

Lei era praticamente un tifo da stadio personale, facilmente reperibile con una telefonata: ogni sera per anni mi offriva quel supporto morale necessario a chi muove i primi passi nel cammino dell’arte.

Ero davvero felice di tornare nella città di mia nonna per cantare finalmente da professionista, mi sentivo orgogliosa e soddisfatta come una bambina mostra il suo disegno creato con tutta se stessa.

E così in una sera di mezza estate la mia voce si è mescolata all’odore del mare portato dal vento che a Trapani soffia sempre.

mare di Trapani

Per quella serata ho scelto un programma di Musica da Camera dedicato alla luna. La silenziosa luna che è sempre cangiante, misteriosa e, soprattutto, confidente, muta osservatrice delle cose del mondo, custode dei segreti degli uomini, anche dei miei.

concerto Trapani Alessandra Borin

E adesso vorrei portarvi con me in un luogo del mio cuore che va ben oltre un semplice dietro le quinte della vita di un soprano.

Eccomi, sono li, davanti a voi, non mi vedete? Sono li nel mio abito blu notte, lì, in attesa di iniziare.

Rido con il mio collega Davide, per il vento che c’è quella sera, speriamo entrambi che non ci sposti gli spartiti.

Oh, lo sai che figura quando ti casca lo spartito? O ti volano i fogli proprio davanti al pubblico?

E quindi ci siamo attrezzati con le mollette stendi panni!

Sono felice!

post Instagram concerto Trapani Alessandra Borin

Sorrido in attesa che il pubblico riempia la sala. Mi piace spiarli mentre s’accomodano, e immagino la strada fatta che hanno fatto per giungere fin lì, e immagino le loro vite e penso alla mia, e poi penso ad entrambe le cose che s’intrecciano, un giorno per caso.

Ed è stato in quel momento di tempo sospeso che mi sono tornati alla mente tutti assieme i ricordi di bambina nella casa di via Fardella, le processioni di Pasqua con il timore per quegli incappucciati illuminati dalle fiaccole che camminavano lenti al suono delle bande cittadine.

E poi gli aromi di anice e cannella, di pane caldo e di sesamo, le riunioni di famiglia quando si era minimo in trenta e quel sapore sempre misto all’acqua di mare che rendeva salate, sulle labbra di noi bambini le merende ristoratrici, che inframezzavano i giochi estivi in spiaggia.

processione di Pasqua Trapani

Da oltre la porta del camerino sento il vociare del pubblico già accomodato e in attesa.

Sono quasi pronta, manca l’ultimo tocco.

Eccomi qui, ad aprire la scatolina con i gioielli per la scena, indosso gli orecchini e sfioro con le dita una collana luccicante.

Il pubblico non lo sa e non lo saprà forse mai, ma questa non è una collana qualunque.

Questa collana apparteneva a mia nonna e proprio stasera la voglio indossare.

Osservo, attraverso il riflesso, che si appoggia sul collo, perfettamente.

Mi guardo allo specchio per controllare il trucco e mentre sistemo l’ombretto color blu notte, penso a quando mi facevo raccontare dalla nonna le sue serate musicali in Villa Margherita.

Giardini di Trapani foto d'epoca

Dopo le bombe che distrussero il teatro e la marina, Trapani allestì le rappresentazioni d’opera nei giardini cittadini e tutti andavano lì ad ascoltare le voci più belle di quegli anni.

Mi emozionavo a sentire le descrizioni delle recite con la Callas o con Del Monaco, con Anna Moffo o la Tebaldi, Di Stefano ed ero estasiata quando mi mostrava i libretti d’opera, le date, i ritagli di giornale.

La nonna mi raccontava che quando li incontrava per via Garibaldi, o li vedeva seduti ai caffè, ne osservava la discrezione dei gesti, la modestia e l’eleganza e, nonostante fossero delle vere e proprie star, con estremo rispetto, nessuno li disturbava.

Trapani foto d'epoca

Con la signora Giuseppa trascorrevo estati intere, immersa nel suo mondo di gesti e racconti che appartenevano ad un’altra epoca e che, nella mia immaginazione di bambina, si sono scolpiti come fossero miei. La sua casa e le sue abitudini sapevano di Ottocento. La stanza da letto di mia nonna era come un tuffo nel passato, i mobili intarsiati in legno scuro dalla foggia antica, i fiori di stoffa e gli specchi macchiati dal tempo. Lei profumava di quei profumi di una volta, fasciata nel suo bustino rosa pallido che la rendeva ancora più minuta, con vestiti svolazzanti e ciabattine con i tacchi.

Aveva sempre gli occhi della memoria volti al passato di nobiltà e ricchezze perdute con la guerra.

Quando apriva lo scrigno dorato che teneva sul comò mi mostrava tra le altre questa collana, dicendomi con il suo forte accento siciliano

“Gioia mia, questa brilla che è una meraviglia! Sai che la mettevo per le serate di lirica d’estate quando con tuo nonno andavamo a sentire l’opera? Ah, quanto piaceva l’opera a tuo nonno, sarebbe stato orgoglioso di sentirti cantare”.

gioielli della nonna

E finalmente canto qui nella tua città, nonna, l’avresti mai detto? Tu che mi hai pagato le prime lezioni di canto, mi hai regalato la mia prima gonna da concerto, il mio primo abbonamento alla Fenice, e mi hai regalato il tuo binocolino da teatro perché potessi vedere bene da lontano il volto di chi canta per imparare meglio.

Tu che hai occupato con lunghe telefonate ogni sera veneziana, quando ti raccontavo le mie giornate in conservatorio, tralasciando tutte le sofferenze e le umiliazioni per farti gioire solo e solamente dei miei progressi.

Tu che mi hai incoraggiata sempre a proseguire in questo sentiero di musica e di sogno.

Eccomi, sono li, dietro le quinte, davanti a voi, non mi vedete?

Sono lì nel mio abito blu notte, in attesa di iniziare.

La voce al microfono smette di parlare.

La presentazione è finita e il pubblico inizia ad applaudire. Uno sguardo d’intesa con il mio collega mi fa tornare nel presente.

Indosso tutto il coraggio che viene dallo studio e dai sacrifici. Entro in scena.

post instagram concerto Trapani Alessandra Borin

Sorrido e ringrazio con il cuore pieno di emozioni tutta la vita che mi ha condotto fin li.

Rumori di tacchi, leggieri, sul legno del palco.

Un inchino gentile.

Sorrido ai volti sconosciuti che mi osservano, pronti a volare con me nel magico mondo della musica. Sistemo il leggio. E poi, guardo il cielo e ti saluto nonna.

La tua collana brilla più della luna di stasera.

Alla Prossima

Post Scriptum: ringrazio il sig. Perrera per l’autorizzazione alla pubblicazione delle cartoline antiche di Trapani e il sig. Zichichi che ha contribuito grandemente.

L’opera preferita di mia nonna era Andrea Chénier di Umberto Giordano, per questo ho scelto l’ouverture come sottofondo. Ciao nonna, grazie.

One thought on “14. La collana della nonna”

  1. Un “amarcord” ? Ciascuno di noi conserva vari ricordi, e quelli che più tornano alla mente sono quelli rivolti alle persone a noi care. Foto ed oggetti, conservati nel nostro vivere quotidiano, alimentano questo ricordo. Dare vita a tutto questo è una risorsa preziosa. “La collana della nonna” è parte della Tua vita artistica, uno stimolo a proseguire ciò che Lei desiderava per il divenire dei tuoi desideri.

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