La Borin questa volta con la sua DeLorean a forma di podcast intitolati di VITA DA SOPRANO vi porterà con un bel viaggio nel tempo nei primi anni del Novecento!!!

Eccoci, dunque, ma per fare che? Per ballare il charleston? Per bere whyski in un locale proibizionista??? Fumando magari sigarette col bocchino? No!!! Oggi vi racconto del mio fantamagico rapporto con la Silent Era che tradotto in italiano, “l’era del silenzio” fa un po’ impressione.
Preferisci ascoltare il podcast? Eccolo qui, letto da me:
Una definizione attualissima in un certo senso, una definizione però che non rappresenta quei momenti un po’ mafiosi o di dittatura quando miii non si può dire la verità sennò ti fanno fuori! No, per Silent Era si intende quel periodo della storia del cinema in cui la musica non era ancora entrata nella pellicola! Si, si, all’interno! E voi direte, come mai questa cosa così strana fa parte del pedigree, altresì detto CV o curriculum della vostra soprano free lance preferita, cioè me?

Gente, ma ancora vi stupite del mio eclettismo, della mia poliedricità della mia instancabile voglia di esplorare gli sconfinati mondi della voce?? Eh, daje!!!Vi dovete abituare! E poi, riflettiamo! Le cose belle e brutte avvengono per gradi. E’la storia mal studiata che ci da una visione distorta del tutto, a panino, del cotto e mangiato, le cose vanno per gradi! Il cinema non è mica nato così, tutto intero, chiavi in mano. Cinecittà, Hollywood, Bollywood, si sono sviluppati piano piano, fotogramma per fotogramma, effetto per effetto… la Settima Arte, come tutte le arti è nata per strati. Prima le immagini, grazie ai fratelli Lumière e, poi, il suono e la musica altresì detta: la colonna sonora!!

Come facevano a fare cinema, allora, direte voi, senza suoni? Eh, era dura in effetti! Tutto era fondato sulla mimica degli attori e sui gesti così estremi, sensuali, espressivi! E comunque, niente paura: non ci sono le voci per i dialoghi? Beh, c’erano le scritte! E se non sai leggere? C’era chi leggeva le scritte a chi non sapeva leggere. Negli anni Venti non era scontato saper leggere e capire un testo. Sì, sia negli anni Venti del Novecento che quelli del Duemila, non fa differenza e in effetti ecco spiegato come mai certe idee, illogiche, oggi come allora prendano piede. Se ragioni con la panza vince l’ignoranza dice il proverbio, e poi per la musica al cinema??? Come si faceva? Beh, a fianco di ogni schermo diproiezione c’era lui, il pianista, che improvvisava le note sulle immagini, un genio.

Noi quindi, cioè io e il pianista, anzi il pianista e me… perché lui, sì, che è il campione dell’improvvisazione, e quindi lui che ha vinto un sacco di premi internazionali in questo campo e me, sapete che facciamo quando ci chiamano a fare questo tipo di rappresentazioni? Ci mettiamo a creare sul momento la colonna sonora dei film muti, quelli creati prima del 1927!

Non ci crederete, nessuno ci crede mai ai concerti, cioè alle proiezioni, cioè insomma in quelle serate di Silent Era noi creiamo estemporaneamente dalla prima all’ultima nota! Il pubblico pensa sempre che ce la siamo preparata prima, che facciamo a memoria ma no, non è così! Sennò che gusto c’è? Noi, io e il pianista, siamo come i barocchi, filologici, facciamo come si usava ai tempi: improvvisiamo. E vi assicuro che è una roba difficilissima, pensate: salire sul palco e non sapere un’accidenti di niente di quello che canterai! Ci vuole fegato, coraggio, determinazione e anche un pizzico di follia, e quello che basta di tecnica e tanto affiatamento, ci vuole la presenza del vostro soprano free lance preferito!

Molla tira, tira e molla, voce, piano, canto, suoni, idee…si trova il dritto! E’ un gioco tra immagini e sogni, tra l’arte mia e quella di Ian Lawrence, così si chiama il pianista! Con Ian, bravissimo artista, ci siamo incontrati ad una cena (luogo di lavoro per noi musicisti) e parlando del più e del meno abbiamo deciso di provare a collaborare assieme! Posso dire che è andata bene e sono quasi dieci anni (come passa il tempo) che facciamo musica assieme e concerti, cioè cinema, cioè, insomma, musichiamo film muti. Ora non è che saliamo sul palco e facciamo a caso scappando coi soldi, no! Le prove le facciamo, ovviamente, ma sono prove solo per imparare a sentirci respirare, per imparare a comunicare oltre il pensiero, per percepirci tra quegli infiniti spazi che dividono una nota da un’altra per decidere assieme che strada far prendere alla melodia.

Mai perdere il filo, la concentrazione in quei momenti, mai spostarsi da quella che è la direzione della musica. Noi vediamo l’accento e ci andiamo assieme, mentre ci sono le immagini che scorrono velocemente, ci facciamo trasportare da quella forza con cui la musica conduce chi la fa da un suono all’altro, sempre avanti, sempre verso l’apice e poi giù e poi su e poi ancora su a planare tra i legati della voce, nella forza del suono pieno di accordi, vagando nella vibrazione pura sul treno dei sogni che ha per binari un pentagramma immaginario.

Io non so dirvi come ci riesca Ian Lawrence a inventarsi tutta quella musica, io non so dirvi come riesca a inventarmi la musica mentre Ian suona, mi viene… sento l’armonia del piano e il canto mi sgorga dal cuore, invento melodie che mai avrei immaginato prima, mi lascio cullare dalle infinite sfumature di emozioni che traggo dalle immagini in bianco e nero.

Sto in piedi, li davanti allo schermo, ci entro dentro e scompaio nel buio, sul palco non sono io la protagonista, divento suono puro, io regalo solo l’emozione all’immagine, mi fondo con la storia, e, questo mio essere con le spalle al pubblico mi pone in una dimensione strana per un soprano… soprattutto per un soprano free lance come me, e in generale per un cantante, è una dimensione di confine che pochi musicisti hanno provato e che regala delle sensazioni nuove e meravigliose.
Con tutta sincerità posso dirvi che cimentarmi in questo genere mi ha regalato moltissimo, ho imparato ad ammirare la forza del gesto teatrale delle grandi attrici del passato, i loro sguardi così densi e carichi di emozione. Posso citare attrici come Pola Negri, Ada Rubinstein, Francesca Bertini, Lyda Borelli, una vera scuola da cui apprendere ogni cenno del corpo e, che, ho spesso trasportato nel mio modo di recitare, un’eredità appresa indirettamente che ho voluto fare mia.

Ho sempre considerato queste attrici come un tramite tra le grandi del passato e della fine dell’Ottocento e noi oggi, come poter vedere la Duse e Sara Bernhardt, un’occasione per guardare indietro nel tempo. Com’è bello cogliere i fiori della recitazione altrui e trasportarli in altri mondi, non è questa l’arte se non scambio e arricchimento?
I momenti in cui la cultura viene resa banale e commerciale, sono spesso i periodi meno colorati e forse più tristi della storia umana, infatti, dove non c’è creatività non c’è libertà e dove non c’è libertà non c’è evoluzione, ma solo schiavitù mentale e povertà di spirito.
Lavoratori, professori, imprenditori, milionari, studenti tutti dovrebbero chiedere a gran voce cultura, libertà, opportunità e soprattutto qui in Italia la patria della bellezza, l patria dei musei e dell’arte.

Del resto, però, le esigenze e i gusti ormai sono purtroppo condizionati dalle pubblicità e la pubblicità è in mano a chi spesso non desidera che pensi con la tua testa. La vita è come un cinema, è pieno di trucchi e sono difficili da notare… e più passano gli anni e più i trucchi e le manipolazioni sembrano reali come la realtà.
Porto con me numerosi ricordi e belle emozioni di questo genere così particolare che mi rende unica. Il primo film di Hitchcock The black mail, era un muto avvincente!

…e poi i comici come Il Monello di Chaplin e i Rascals – Le piccole canaglie. E poi le fiabe colorate a mano fotogramma per fotogramma, e Il mondo perduto del 1925 in cui persino sir Conan Doyle fa la sua apparizione. E poi il grande terrificante terribile Nosferatu!

…e infine La nave, appena eseguito fresco fresco, un film ideato da G. D’Annunzio, Gabriele D’Annunzio, ma voi lo sapevate che il nostro grande vate aveva pure fatto il regista?
Di certo neppure io sapevo neppure io, non conoscevo l’esistenza di questo film creato per l’anniversario, 1921, della fondazione di Venezia, veramente interessante e anche questo giro. Abbiamo ricevuto come sempre grandi applausi.

Trieste, Portogruaro, Vicenza, Milano, Bologna, Rovereto, queste sono le città più belle che hanno ospitato il nostro umile omaggio a quella musica scomparsa, creata e mai scritta che sgorgava pura e frizzante dalle menti e dai cuori di questi pianisti, armonia momentanea nata per colorare di emozioni le immagini delle pellicole antiche… sì, fino al 1927 perché, poi, arrivò la:
Rivoluzione del sonoro!!!! Sì, un enorme cambiamento che – nota triste della storia – portò al suicidio di tanti pianisti che stavano nei cinema e che persero il posto di lavoro! Ma, chi se ne frega? Per andare in meglio qualche morto ci sta, no? Oggi li chiamano sacrifici calcolati per il bene comune (che orrore!). Eh, già, cari miei, pure la colonna sonora porta in sè la storia di un’umana tragedia. Ma forse sono sempre gli uomini. Dico, voi, proprietari dei cinema, magari un ricollocamento, una pensioncina? No! Un po’ attenzione alle persone invece che al profitto?? E comunque, non avremmo avuto Morricone, non lo avremmo avuto John Williams: come vivere senza il tema della Morte Nera?
Difendiamo sempre la creatività dei compositori la loro capacità, ma pensando alla Silent Era, quanto vorrei farvi riflettere e anche rendere omaggio alla musica che è nata e morta in una sera, sparendo come una visione, come un lampo di bellezza senza lasciare traccia. Sarebbe bello dedicare un pensiero, un sorriso di gratitudine a tutta quella musica improvvisata di cui non resta che un’eco silenziosa nei meandri del mondo. Perché se cercano ancora il big bang, sarà rimasto qualcosa in giro di ‘sta musica, no?

La maggior parte della musica in effetti è improvvisata pensiamo ai paesi dell’Oriente, al passato, alla musica etnica e tradizionale. Avere musica scritta è un privilegio, una rarità tutta europea
Patria però della più bella musica mai scritta comunque resta sempre l’Italia, anche qui non c’è niente da fare!! … forse questo fatto di improvvisare è nel DNA?
E quindi?
La conclusione è che nel musicare i film muti, ho imparato tanto sul rapporto tra suono e immagine, su come dare la sfumatura emotiva ad un volto, ad uno sguardo, sulle possibilità espressive della tonalità e del ritmo.
Costituzione agile e forte delle corde vocali, tanta spigliatezza ed anche una innata predilezione per la melodia, questo caratterizza chi improvvisa con le immagini e, in questo caso di specie, me il vostro soprano free lance preferito e comunque vi confesso! Ma io che ne sapevo di avere certe doti? Sono andata ad una cena, ho conosciuto un tizio che mi ha detto “improvvisiamo” e sono finita così”.

Italiana di nascita, mi domando ancora se è questo che mi porta ad avere una predisposizione innata per la melodia, ma addirittura ancora oggi non mi spiego. Ma io come riesco a salire sul palco ed a improvvisare? Eh, sono piene di risorse, voi dite? Beh, forse, si, non lo so… mi viene e basta!
Evviva,dunque, la curiosità e la sperimentazione, la voglia di mettersi alla prova del vostro soprano free lance preferito anche in questo genere così raro, così raro che lo faccio solo io.
Evviva gli incontri del destino, le idee e le belle collaborazioni sulle cose originali.

La vostra soprano free lance preferita, con questo nuovo piccolo scorcio di vita, beh, credo vi abbia stupiti anche oggi. Mi sono informata, sono l’unica in Italia con voce lirica impostata a portare avanti delle performance di musica improvvisata sulle immagini così stupefacenti!!! Perché infatti essere attaccati ad un genere solo?? Con l’ansia dall’acuto pigliatutto?? Orsù cantanti, andiamo fuori dagli schemi, Spaziamo, osiamo, inondiamo di musica i luoghi del tempo più nascosti!!!!
Libertà di essere artisti è anche questo dare voce al silenzio, anche quando si pensa che non ce ne sia più bisogno!
Alla prossima!
Ps Ian Lawrence Mistrorigo è un grande artista ed un amico. La sua musica è meravigliosa. Grazie per questi anni di collaborazioni al di là delle immagini.
“multiforme ingegno creativo “e’dir poco….sei molto, molto di piu’!